Dio
ha voluto suscitare sempre figure esemplari di chiamati, per una speciale
collaborazione al compimento di un suo specifico progetto di salvezza a favore
del suo popolo: “Poi
io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E
io risposi: «Eccomi, manda me!». Egli disse: «Va' e riferisci a questo popolo…”
(Is 6,8-9). Anche i Vangeli
attestano che la prima preoccupazione del Signore Gesù è stata la scelta dei
suoi collaboratori per la missione di annunciare il Vangelo a tutti: “Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che
voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli -,
perché stessero con lui e per mandarli a predicare
con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici” (Mc 3,13-16).
Il Signore intendeva anche garantire per la
futura comunità cristiana, la sua Chiesa, la partecipazione costante di sempre
nuovi collaboratori alla sua opera di evangelizzazione, e coinvolge tutti con
il suo pressante invito: “Pregate
il Signore della messe, perché mandi operai per la sua messe” (Mt 9,38 ; Lc
10,2). Nell’ottica
missionaria di Luca, l’invito di Gesù alla preghiera è qui finalizzato a che il
Signore Dio chiami, e quindi invii operai, missionari fino ai confini del
mondo.
Ma perché domandare a
Dio, perché supplicarlo per quanto sta a cuore a Lui stesso? Sta qui il grande
mistero della preghiera: il Signore vede l’umanità in cammino come “pecore senza pastore” (Mt 9,36), Dio
vede i bisogni della Chiesa, ma vuole che noi domandiamo, supplichiamo,
preghiamo, perché cresca in noi la consapevolezza della necessità della
presenza dei pastori di cui abbiamo bisogno. Si tratta, così, di accelerare con
la preghiera la venuta del Regno di Dio, perché si estenda in fines terrae ciò che con Cristo è già iniziato, di chiedere il compimento della «promessa
fatta ai padri» (At 13,32; 26,6; cfr 2,39).
Pregare per le vocazioni
significa ricordare e confessare che la vocazione viene dall’alto, da Dio, per
Cristo, nella potenza dello Spirito Santo: Dio è il soggetto che plasma la vita
dei chiamati, fin dal grembo materno
(cfr. Ger 1,5). La vocazione non può essere ridotta all’assolvimento di una
funzione, a una professione, ma è anzitutto un dono che deve essere implorato
per la missione. Per questo intendo chiedere a tutta la Chiesa che è pellegrina
in Sora-Aquino-Pontecorvo una corale ed incessante preghiera da presentare al
“padrone della messe” ogni giorno.
Inoltre istituisco anche la “Giornata del Seminario diocesano”, da
celebrarsi nella Solennità dell’Immacolata (8 dicembre), al cui patrocinio è
affidato il Seminario, cuore pulsante della vita diocesa. In questa stessa
ricorrenza, a norma del can 1266 C.J.C, tutta la
Diocesi esprimerà generosamente la sua carità anche con le offerte per le necessità del
Seminario, impegnato nella formazione dei futuri presbiteri e nella sempre più
estesa pastorale vocazionale in tutte le parrocchie.
La
Madonna Immacolata, protettrice del nostro Seminario diocesano, e modello di
ogni chiamato, favorisca la continua preghiera e la sollecita carità di tutti,
e per ciascuno implori dal suo figlio Gesù Cristo, sommo ed eterno sacerdote,
le abbondanti grazie della sua misericordia infinita.
Sora, dalla Sede Vescovile, 01 ottobre 2013,
Memoria di S. Teresa di Gesù
Bambino, patrona delle Missioni,
anno primo del mio Episcopato.
+ Gerardo Antonazzo